NOI L’AVEVAMO DETTO (PRIMA)

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Avevamo smesso di parlare di Matteo Caccia e del falso su cui si basava Amnésia, il programma da lui condotto su RadioRai. Ha avuto successo, ha fatto un libro con Mondadori, ma la sua redazione non ha mai voluto rispondere alla nostra domanda, un po’ come Berlusconi con Repubblica. La domanda era: “Ma davvero hai avuto un’amnesia retrograda globale?”. A noi la cosa puzzava, e una fonte affidabile ci assicurava che il programma fosse un falso, come La guerra dei mondi di Orson Welles, fatte le debite proporzioni. Il programma era un falso, lo dicono loro stessi. Noi ve l’avevamo detto molto prima.

UN GRANDE SUCCESSO DI VENDITA

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Questo è l’Articolo 1 del regolamento del Premio Bancarella.

Art. 1

La Fondazione Città del Libro, l’Unione Librai Pontremolesi e l’Unione Librai delle Bancarelle organizzano annualmente il Premio Bancarella, da assegnarsi a quell’opera che a giudizio dei librai, interpreti sensibili ed attenti del vasto pubblico dei lettori, abbia conseguito un chiaro successo di merito ed un grande successo di vendita.

Ai 200 librai che hanno selezionato i finalisti chiediamo di spiegarci e quantificarci il grande successo di vendita di titoli come:

Il testimone” (Curcio) di Gaetano Amato, “Willy Melodia” (Einaudi) di Alfio Caruso, “Gli effetti secondari dei sogni” (Mondadori) di Delphine De Vigan, “7 uomini d’oro” (Rizzoli) di Lorenzo Licalzi e “Il gioco delle tre carte” (Sellerio) di Marco Malvali.

Noi da lettori della strada questi titoli nelle classifiche non li abbiamo mai incontrati… Da domani chissà? In fondo non servono a questo i premi letterari?

METTI UN POMERIGGIO IN CHAT CON CACCIA E BORDONE

metti_un_pomeriggio_in_chat_tra_matteo_caccia_e_matteo_bordoneMATTEO C: Ciao Matteo, hai impegni per la fine di aprile?

MATTEO B: Io di impegni ne ho sempre, ma se qualcuno mi propone di recensire qualcosa non mi tiro certo indietro. E poi siamo già a fine aprile, cosa bolle in pentola?

MATTEO C: Il 21 aprile presenterò il mio primo libro. Ti va di presenziare?

MATTEO B: Ma è già passato…Va bene l’amnesia retrograda, oltretutto globale, però…

MATTEO C: Ok ok. Hai avuto tempo di leggere il mio libro?

MATTEO B: No, ma questo come sai non costituisce affatto un problema, se si tratta di presentarlo…

MATTEO C: Hai parlato a Luca del libro? Se potesse farmi invitare dalla moglie…

MATTEO B: Sai che custodisco le chiavi del suo cuore. Di Luca, intendo, non di Daria. Certo che sei un bel tipo: l’altro giorno mi fai una scenata di gelosia perché dici che parlo sempre di lui, e poi mi chiedi di chiedergli di aiutarti…Ma ti ricordi i bei tempi in cui stavo nella buca sotto il tavolo mentre lei faceva le interviste?

MATTEO C: Hai ragione ma se riesco a partecipare all’Era Glaciale ho svoltato…

MATTEO B: Ah, scusa, chiederti se “ti ricordi” non denota grande tatto da parte mia…Dai, ridi, tanto alla storia dell’amnesia non ci crede nessuno…

MATTEO C: No ti prego anche con te non riesco a sostenere la parte dello smemorato. Posso non recitare?
Ma toglimi una curiosità: come hai conosciuto Luca Sofri?

MATTEO B: Vabbè, non recitare anche con me, dai. Io Luca l’ho conosciuto in un giro di blogger, quando ancora i blogger contavano qualcosa

MATTEO C: In giro dicono che sei un miracolato…

MATTEO B: E di te dicono che l’amnesia è finta, tiè. Comunque sono vere entrambe le cose. Io sono un miracolato perché se un giornale come Wired mi affida una rubrica in cui recensisco elettrodomestici, come altro vuoi definirmi?

MATTEO C: Buttala via… di questi tempi poi! Pensa che la maggior parte della gente è convinta che io sia incazzato con quelli che mi attacanno in rete… Invece li ringrazio perché sono gli unici che parlano del mio libro!

MATTEO B: Massì, purché se ne parli. Ma chi è che ti attacca in Rete? Non ho letto nulla, e sì che di tempo per cazzeggiare in Rete ne ho parecchio

MATTEO C: Un collettivo. Si ispirano a Mauro Repetto

MATTEO B: Ah sì, ricevo i loro comunicati ma li cancello di default, e che dicono di te?

MATTEO C: Che sono un cazzaro. Che mi sono inventato tutto.

MATTEO B: In effetti…

MATTEO C: Che gli posso rispondere? Hanno ragione. Ma li ringrazio. Se non fosse per i loro articoli Google mi ignorerebbe. Anche l’ufficio stampa Mondadori è contento, dice che è tutto oro che cola. Senti ma a X Factor come è andata? C’era gnocca?

MATTEO B: Non ti sto a dire, poi lì basta che sei un minimo conosciuto e qualcosa porti a casa sempre, lo sai meglio di me

MATTEO C: Lo so, lo so. La trasmissione alla radio ha cambiato la mia vita sessuale. Ma non è che l’anno prossimo riesci a trovarmi un posto a X Factor? Al posto della Lucarelli…

MATTEO B: La Lucarelli non si tocca (magari…) e non sto a spiegarti perché, ma vedo quel che posso fare, se non ci si dà una mano tra noi miracolati…

QUATTRO BUONI MOTIVI PER NON LEGGERE IL LIBRO DI MATTEO CACCIA


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1. La sua amnesia è finta. Lo sappiamo da una fonte affidabile. Caccia e la sua redazione, interpellati in merito, non hanno risposto alle nostre mail

2. L’amnesia retrograda globale è causata da eventi traumatici ma Caccia dice di esserne stato colpito durante un saggio di pianoforte

3. Nelle prime interviste rilasciate dopo il successo della trasmissione, Caccia ha sostenuto che la sua storia è vera. In interviste più recenti afferma invece che non è importante se la storia è vera o meno

4. Caccia racconta di essere andato alla polizia in preda all’amnesia, chiedendo di essere riportato a casa. Chi viene colpito da amnesia retrograda globale non percepisce il concetto di polizia, ma semplicemente quello di “uomini vestiti di blu”

Per approfondimenti:

Matteo Caccia: è vera amnesia?

Amnesia, il libro. Tratto da una storia vera?

PAOLO GIORDANO VUOLE FARSI PRETE

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Per il 2010 era prevista l’uscita nelle librerie del suo nuovo romanzo. Alcune voci fuoriuscite dal quartier generale di Segrate davano per probabile il mese di marzo, pochi mesi prima dell’appuntamento fieristico di Torino. Ora sembra saltato tutto. Proprio ieri la mail di un redattore Mondadori, amico di vecchia data, ci ha fatto sobbalzare dalla sedia. Paolo Giordano vuole farsi prete. Proprio così, avete capito bene. L’enfant prodige della letteratura italiana, vincitore del Premio Strega nel 2008, con il suo primo romanzo, La solitudine dei numeri primi, ha deciso di prendere i voti. La stesura del suo secondo romanzo risulta attualmente bloccata. Pare mancassero solo gli ultimi capitoli. Ma con tutta probabilità il nuovo libro di Paolo Giordano non arriverà più. Alla Mondadori non sanno cosa pensare. Parte della direzione editoriale è convinta che si tratti di una parentesi, di una crisi passeggera dello scrittore, e sperano che presto si rimetta a scrivere. Altri invece hanno già mobilitato gli avvocati per capire come rientrare dell’oneroso anticipo dato a Giordano per l’esclusiva del suo secondo romanzo. Romanzo che, la nostra fonte si lascia scappare, racconta la storia di un giovane rom diventato cuoco personale di un influente politico italiano. Il tema dell’integrazione, quindi. Ma i registratori di cassa della Mondadori probabilmente rimarranno a bocca asciutta. Paolo Giordano si troverebbe attualmente in pausa di riflessione nell’Abbazia di Santa Giustina, in provincia di Padova. In una delle venti camere singole che l’istituto religioso offre ai visitatori. Abbiamo provato a chiedere notizie chiamando l’ufficio parrocchiale ma non ci hanno voluto dire niente, anzi negano la presenza dell’illustre ospite. Ma vi terremmo aggiornati.

DANIELE DEL GIUDICE NON VINCERA’ PIU’ IL PREMIO STREGA

daniele_del_giudice_non_vincera_piu_il_premio_stregaIo il Premio Strega non lo vincerò mai, ma Daniele Del Giudice nemmeno. Non quest’anno. Avevano già preparato la fascetta. Di un bel rosso acceso. Il libro di Daniele Del Giudice era pronto per iniziare la sua seconda vita. Come ogni libro che si aggiudica il Premio Strega. L’unico premio letterario italiano che ha un fortissimo impatto commerciale. Gli altri premi fanno solo prestigio, fanno mensola. Invece il Premio Strega cazzo ti fa vendere un bordello di copie. Giordano era un esordiente ed è stato in classifica per mesi. Il libro di Del Giudice la sua bella ristampa forse forse l’avrà ugualmente perché i rumors sulla sua possibile candidatura allo Strega e le polemiche che sono seguite hanno sortito un bell’effetto pubblicitario. Parliamoci chiaro: prima lo conoscevano in pochi. Però alla fine forse Del Giudice non vincerà. Perché se vincesse qualcuno potrebbe dire: “Ma allora è vero che comanda Mondadori”. E se io fossi Daniele Del Giudice probabilmente in questo momento sarei molto incazzata. Si consoli pensando a Mario Luzi. Perché sono scoppiate le polemiche? Lasciamo perdere il discorso sul Premio Strega che non è più situazione culturale ma solo commerciale. Il problema è che qualcuno si è rotto i coglioni che a vincere e quindi a guadagnare siano sempre gli stessi. Dopo Veronesi e Giordano, Del Giudice della consociata Einaudi sarebbe stato il terzo vincitore consecutivo del gruppo di Segrate. Un po’ troppo. Tullio De Mauro, presidente della fondazione Bellonci che controlla lo Strega, si difende proclamando la limpidezza del Premio. A me sembra di aver sentito già da qualche parte queste polemiche. Un mio amico tifoso di calcio mi ha suggerito che questi discorsi assomigliano molto a quelli di “calciopoli”.

Tullio De Mauro: «Non c’ è nessun vincitore designato. Come è possibile dare per certo oggi un vincitore quando ancora non sono state presentate le candidature? Secondo il regolamento, vanno presentate entro la mezzanotte del 30 aprile, quindi ci sono ancora circa 50 giorni».

Luigi Spagnol, gruppo editoriale Mauri Spagnol (Longanesi, Guanda, Corbaccio, Garzanti, Vallardi, Salani): «È un problema che abbiamo da sempre se si pensa che in 62 anni abbiamo avuto solo due vincitori: Garzanti con Claudio Magris e Longanesi con Pietro Citati. Sembra impossibile che al di sotto di quelle vette non si possa andare, mentre altri editori lo Strega lo vincono con un esordiente».

Elido Fazi: ««un premio taroccato, distrutto dalle pressioni delle case editrici che hanno persone controllabili tra i giurati. Io stesso sono tra i 400 Amici della domenica e spesso ho dovuto difendermi da chi veniva letteralmente ad estorcermi la scheda. A volte l’ ho anche data».

Ancora Fazi: «Se a Segrate hanno fatto una riunione e hanno deciso che vogliono vincere lo Strega, non c’ è niente da fare. Lo vinceranno». E se lo vincesse la Mazzantini? Sempre Mondadori. E poi chi glielo dice a Del Giudice?

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